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Chiesa e Convento di Sant’Antonio da Padova

La chiesa di Sant’Antonio da Padova e il Convento si affacciano sulla “Piatta de cunventu” con alle spalle la vallata di S.Zaccaria. La struttura si affaccia con il suo bel portico d’ingresso su un vasto piazzale delimitato da una croce secondo le prassi dei cappuccini. E’ stato fondato nel 1651 per iniziativa del padre Nicolò Pischedda da Ploaghe definitore provinciale e guardiano dello stesso convento, ed è stato inaugurato insieme alla chiesa nel 1659. La costruzione è stata supportata con numerose donazioni e lasciti testamentari. E’ stato soppresso nel 1866 e incamerato dal Demanio che lo ha poi ceduto in parte al Comune e in parte alla provincia da utilizzare come caserma dei carabinieri. Il comune destinò i propri locali a carceri mandamentali, scuola elementare maschile e via via usi civici e sociali. Dal 1987 appartiene interamente al comune. In questi ultimi anni e dopo un restauro poco rispettoso delle regole conservative è stato restituito alla comunità. Ora il grande cortile dei servizi è un dormitorio purtroppo privato delle cellette dove si ospitano concerti, convegni, mostre. Al piano terra nei locali filtro e nelle cellette di lavoro sono ubicati i locali della biblioteca e le sale di consultazione. Uscendo da questi locali si può ammirare il chiostro porticato fulcro dell’edificio e una volta della vita comunitaria dei frati, il suggestivo pozzo del 1689, la fontanina addossata alla parete e un coretto dentro il muro divisorio tra il convento e la chiesa. Nonostante la requisizione del fabbricato la chiesa continuò ad essere officiata su richiesta dei fedeli e grazie agli amministratori che si impegnarono a provvedere alla sua manutenzione. E’ un edificio a navata unica voltata a botte. Dal presbiterio si accede al coro e da qui all’ex convento.. Sulla sinistra ha tre cappelle comunicanti tra loro, la sottosacristia, un rustico acquario di pietra e la sacristia. Degli originari arredi caratteristici dell’artigianato ligneo dei cappuccini restano il tabernacolo, il pulpito e le porticine degli armadietti del presbiterio. Al secondo decennio dell’ottocento risalgono il coro in stile neogotico e l’apparatore della sacristia. Nello stesso periodo furono rinnovati l’altare maggiore e quelli della Madonna del Rimedio e di San Francesco, questi ultimi in stucco di foggia tardo barocca. La facciata è costruita come la maggior parte del complesso, con muratura in conci irregolari di materiale lapideo locale legati a fango. Il portone e le finestre hanno cornici e stipiti in calcare. La croce addossata alla facciata è l’unica sopravvisuta delle stazioni della via crucis.